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giovedì 17 agosto 2017

P.A.: M5S, TAR ABRUZZO BOCCIA SOPPRESSIONE FORESTALI, AVEVAMO VISTO GIUSTO

ROMA 17 AGOSTO 2017 - "In tempi non sospetti, oltre un anno e mezzo fa durante tutto il dibattito sulla legge Madia che ha portato alla soppressione di fatto del Corpo Forestale dello Stato sostenemmo la tesi dell'incostituzionalità di questo provvedimento. 
L'ordinanza del Tar dell'Abruzzo riconosce la fondatezza delle nostre tesi e l'assoluta incompetenza del governo Renzi-Gentiloni. 
Ci avevamo visto giusto. Ora siamo davvero curiosi di sapere cosa ne pensa lo stesso ministro e tutto il governo". 

Lo dichiarano i parlamentari delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle.             




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sabato 12 agosto 2017

EQUO COMPENSO, APPELLO DA INGEGNERI E ARCHITETTI CATANIA



Appello Ordini di Ingegneri e Architetti di Catania, a seguito di Ddl per prestazioni legali

«EQUO COMPENSO, TUTTI I PROFESSIONISTI HANNO PARI DIGNITÀ»

Cascone e Amaro: «Al più presto organizzeremo incontro con on. Berretta per sollecitare adozione del provvedimento»


CATANIA – «I professionisti non possono più attendere: l'equo compenso dev'essere esteso a tutte le categorie, primi tra tutti architetti e ingegneri, che scontano una concorrenza spesso poco leale e uno squilibrio nei rapporti contrattuali con i clienti, con una situazione di crisi ormai imperante. Criticità più volte denunciate in questi ultimi mesi, che delineano una situazione di vera emergenza sociale». A parlare sono i presidenti degli Ordini di Ingegneri e Architetti di Catania, rispettivamente Santi Cascone e Alessandro Amaro, che intervengono a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del ddl sull'equo compenso per gli avvocati, avvenuta lo scorso 6 agosto. 

«L'approvazione del disegno di legge - sottolineano Cascone e Amaro - è senza dubbio un passo avanti e rappresenta una presa di coscienza da parte del Governo, adesso però occorre attenzionare anche le condizioni dei professionisti delle categorie che rappresentiamo, che rimangono più volte legati a offerte di prestazioni al ribasso. Al più presto organizzeremo un incontro con l'onorevole Giuseppe Berretta - primo firmatario della proposta di legge che mira a restituire valore alle competenze delle categorie professionali - per sollecitare l'adozione di un provvedimento che possa ripristinare l'equo compenso». 

In questa situazione a rimetterci sono soprattutto i giovani professionisti che, così come dichiarato alcuni giorni fa dal ministro della Giustizia Orlando "sono fortemente sottoposti a una vera e propria forma di caporalato intellettuale". «I giovani meritano grande attenzione - continuano i presidenti - ma non dimentichiamo che anche i professionisti veterani oggi versano in gravissima difficoltà per la mancanza di investimenti pubblici e privati e per l'assenza di regole che consentano la certezza dei pagamenti e tariffe minime adeguate alle prestazioni professionali». 

Un'azione decisa e condivisa dai due Ordini che già il 13 maggio scorso, a Roma, sono scesi in piazza per reclamare i propri diritti, chiedendo il superamento della Legge 248/2006, che ha portato di fatto a una corsa ai ribassi e al conseguente svilimento della dignità dei professionisti.


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lunedì 7 agosto 2017

Assoprovider scrive al ministro Calenda: «Incentivi e sgravi anche per i piccoli operatori telefonici»

Dino Bortolotto, presidente Assoprovider: «Ripensiamo i contributi per le frequenze licenziate, con misure a costo zero per accelerare il business dei piccoli provider italiani»


Assoprovider - con questa lettera aperta - chiede al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda di considerare tra gli attori degni di essere coinvolti nel piano di digitalizzazione del Paese (banda Ultra Larga, industria 4.0) anche le diverse migliaia di piccole aziende italiane che da diversi decenni si occupano di TLC e del digitale italiano.

Si tratta di operatori economici tipici del tessuto imprenditoriale italiano, che ISTAT certifica essere costituito per il 95% da imprese con meno di 15 addetti. Più di 5.000 PMI delle TLC che generano complessivamente un giro di affari annuo superiore al Miliardo di Euro con importanti ricadute nell’indotto e nell’occupazione (specialmente giovanile). Le sole Aziende associate ad Assoprovider sviluppano un giro d’affari di 150milioni di euro pur rappresentando poco meno del 10% delle PMI impegnate nel settore TLC. Si disegna così un importante comparto del mondo delle telecomunicazioni che finora non ha mai usufruito di aiuti economici da parte dello Stato e che chiede al Governo di facilitare, con semplici misure, l’accelerazione degli investimenti che stanno facendo con il Fixed Wireless e la fibra ottica sul territorio.
Giova ricordate che sono queste le aziende che hanno contribuito realmente e in modo significativo alla riduzione del digital divide nelle zone a bassa densità abitativa, ossia quelle che vengono unanimemente considerate a fallimento di mercato dalle Big Telco. Grazie al modello di business "ad alto rapporto benefici/costi" delle PMI, costituito da una filiera corta e di prossimità con il territorio, sono possibili significativi ritorni economici anche in zone poco popolate.

Per consentire lo sviluppo di questo percorso virtuoso, Assoprovider chiede che vengano sanate alcune storiche distorsioni anti competitive nella  gestione delle risorse collettive, come ad esempio lo sono le frequenze licenziate (tecnicamente usate per le connessioni radio di tipo "punto a punto").
Assoprovider sottolinea che esiste un patrimonio collettivo composto da milioni di "tratte licenziate" che è tuttora utilizzato per meno di un centesimo delle sue possibilità, dovuto soprattutto al fatto che  viene caricato di contributi amministrativi annuali tra i più cari d'Europa (circa il doppio del più caro paese europeo). Con questa distorcente soglia d’ingresso, si ottiene l’effetto che rimangano sottoutilizzate e ad appannaggio solo delle Big Telco che possono permettersi di occupare dette frequenze.

Rimodulare opportunamente questi contributi amministrativi - oltre ad accrescere il gettito dei contributi stessi per via dell'ampliamento della platea di soggetti interessati ad accedere al parco frequenziale - darebbe ai piccoli operatori nuove opportunità di crescita e quindi maggiore copertura digitale al Paese, con l'opportunità di creare un maggior numero di posti di lavoro diretti e indotti.

Questa che proponiamo è una misura di facile attuazione con benefici per le casse dello, che può esser attuata per decreto ministeriale. Contiamo quindi che il Ministro confermi la sua dinamicità nell’attuazione delle iniziative volte alla digitalizzazione del Paese, attuando misure “inclusive” di questi attori essenziali per lo sviluppo del Paese, rappresentato dalle PMI delle Telecomunicazioni.

Il presidente
ASSOPROVIDER
Dino Bortolotto

AIGET su approvazione DDL Concorrenza. Tutti al lavoro per assicurare un assetto di mercato competitivo

AIGET su approvazione DDL Concorrenza

Legge Concorrenza: bene la fine delle tariffe regolate dell’energia, ma adesso tutti al lavoro per assicurare un assetto di mercato realmente competitivo


Milano, 7 agosto 2017 – Con l’approvazione del DDL Concorrenza è stata (finalmente!) individuata una data certa per il completamento del processo di liberalizzazione dei mercati dell’energia elettrica e del gas. Come abbiamo sostenuto in più occasioni nel corso del lungo e complesso iter di approvazione della legge, la rimozione delle tariffe regolate dell’energia rappresenta un passaggio indispensabile per il futuro del mercato energetico.

Ci auguriamo quindi che il processo possa sin da ora scorrere rapido verso l’obiettivo finale, e perché questo avvenga è necessario che sin da subito siano intrapresi da parte delle istituzioni responsabili i necessari passi di avvicinamento alla data del 1 Luglio 2019 previsti dalla Legge, attraverso un processo solidamente partecipativo e comprimendo, laddove praticabile, i tempi massimi necessari alla realizzazione dei singoli adempimenti. Tra questi giocherà certamente un ruolo chiave la pubblicazione, da parte dell’Autorità per l’Energia, del Rapporto di monitoraggio dei mercati della vendita, che dovrebbe inquadrare il livello di completezza e rispetto della regolazione funzionale ad un efficiente funzionamento del mercato e, soprattutto, “dare il la” per il decreto attuativo MiSE che disciplinerà le misure necessarie a garantire la fine dei prezzi tutelati e l’ingresso consapevole nel mercato dei clienti finali, secondo meccanismi che assicurino la concorrenza e la pluralità di fornitori e di offerte nel libero mercato.

La sola cessazione dei regimi di tutela di prezzo non è, infatti, elemento di per sé sufficiente a garantire che l’assetto finale del mercato sia effettivamente competitivo. E’ necessario che la fine dei prezzi regolati sia associata a contestuali misure volte ad impedire il “trascinamento” da parte degli attuali fornitori dei clienti ad oggi serviti in regime di tutela. Viceversa l’esito sarebbe quello di un mercato con livelli di concentrazione inaccettabili, a tutto svantaggio dei clienti finali che dovrebbero nei fatti essere i reali beneficiari della liberalizzazione. Restiamo quindi fiduciosi che il Ministero dello Sviluppo Economico, in coordinamento con l’AEEGSI e l'AGCM, saprà ben perseguire questo obiettivo nell’azione attuativa che farà seguito all’approvazione della Legge e ci rendiamo come sempre disponibili a lavorare di concerto con le istituzioni con l’obiettivo di definire regole del gioco che consentano a tutti i venditori di energia di competere lealmente e ad armi pari per fornire ai consumatori beni e servizi sempre più convenienti, innovativi e rispondenti alle proprie esigenze.



AIGET - associazione italiana di grossisti di energia e trader - è l’associazione che raggruppa i fornitori di energia e gas nuovi entranti nel mercato italiano, attiva da circa 15 anni e con sede a Milano. Si tratta di circa 60 aziende di diversa dimensione, nazionali ed estere, che puntano a rappresentare un’alternativa ai fornitori tradizionali per i clienti finali. www.aiget.it

giovedì 3 agosto 2017

FISE ARE accoglie l’approvazione del Ddl Concorrenza: decade l'esclusiva di Poste Italiane per notifiche di multe e atti giudiziari. Un mercato da 359 milioni di euro si apre alla libera concorrenza.


"Finalmente il settore postale si avvia verso una maggiore liberalizzazione in linea con gli altri Paesi Europei. Si apre alla libera concorrenza un mercato da 359 milioni di euro, che attirerà nuovi investimenti e permetterà ai privati di concorrere per un servizio più efficiente e competitivo"

Roma, 3 Agosto 2017 Al termine del lungo iter di discussione del Ddl Concorrenza, Fise Are - l'Associazione Imprese Servizi di Recapito Postale e Parcel - si dichiara soddisfatta dell'approvazione del disegno di legge che contiene un'importante misura verso una più completa liberalizzazione del mercato postale italiano: a partire dal 10 settembre 2017 verrà infatti abrogata la riserva postale per la notifica degli atti giudiziari e le violazioni del Codice della Strada

Gli operatori privati saranno quindi ufficialmente titolati a concorrere al servizio di notifica e, grazie alla maggiore concorrenza tra operatori, la PA italiana potrà beneficiare di servizi più efficienti e competitivi.

"Accogliamo con entusiasmo l'approvazione del Ddl Concorrenza che include l'abrogazione della riserva postale e che pone finalmente termine all'esclusiva sulla notifica degli atti giudiziari e delle multe. 
Grazie al lavoro del Ministero per lo Sviluppo Economico e dei relatori è stato raggiunto un traguardo fondamentale per rendere più competitivo il settore postale: la liberalizzazione è un passaggio strategico per permettere al Paese di recuperare efficienza e allinearsi agli standard degli altri Paesi europei.
Nell'ultimo anno, i dati AgCom indicano che i servizi di notifica hanno registrato un aumento del 6,4% in termini di volumi, per un mercato che vale 359 milioni di euro. 
È quindi evidente l'opportunità per gli operatori privati, che potranno competere per offrire servizi in grado di ottimizzare l'efficienza della PA italiana e dimezzare i costi a vantaggio dei cittadini. 
L'area di esclusiva ha infatti nel tempo determinato un aumento di costi per una raccomandata di oltre il 100% rispetto al prezzo medio di mercato, ovvero 12 euro contro 6 euro. Il provvedimento approvato oggi consentirà di rendere più competitivo il settore postale e di attirare nuovi investimenti".

Maria Laura Cantarelli, Segretario Nazionale di Fise Are, Associazione Imprese Servizi di Recapito Postale e Parcel.




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mercoledì 2 agosto 2017

Lavoratori immigrati: contribuenti senza accesso al Welfare Aziendale

Abbiamo più volte sentito parlare, soprattutto in questi giorni, di quanto il nostro sistema pensionistico abbia bisogno di nuovi lavoratori contribuenti per non collassare sotto il peso delle pensioni erogate. Gran parte di linfa vitale al caro e vecchio INPS verrebbe dai lavoratori stranieri, regolarmente residenti in Italia e con un lavoro stabile. Secondo Tito Boeri, presidente dell'INPS, i contributi previdenziali dei lavoratori immigrati sono fondamentali per la tenuta del sistema pensionistico, tuttavia si fa di tutto per impedire agli stranieri l'accesso alle misure di Welfare Aziendale
Secondo Morena Piccinini, presidente Inca: “i lavoratori stranieri, regolarmente residenti in Italia, a seconda della tesi che si intende dimostrare, diventano un macigno insopportabile o una ricchezza irrinunciabile, con un’interpretazione delle leggi e delle normative europee decisamente fantasiosa
Non solo, l'INPS preferisce di gran lunga affrontare un iter giudiziario e una sentenza contraria, piuttosto che regolarizzare immediatamente la propria posizione, appellandosi a un cavillo burocratico che vede l'accesso alle prestazioni di welfare subordinato al possesso del permesso per lungo soggiornanti.
In questo modo si ottiene l'effetto di inibire qualsiasi richiesta di servizi da parte dei lavoratori stranieri con conseguente tutela delle casse dell'istituto. 
Eppure, le sentenze che obbligano l'INPS a rivedere tale parametro non sono affatto poche e fioccano da ogni tribunale d'Italia.  
"Sarebbe anche un bel segnale da dare alle istituzioni europee, che renderebbe più autorevole la legittima richiesta dell’Italia di condivisione degli oneri per assicurare la doverosa accoglienza a chi sbarca sulle nostre coste per fuggire da guerre e miseria” conclude Morena Piccinini".
Vogliamo davvero continuare a fare finta di nulla e a usufruire di tale ricchezza senza concedere il minimo beneficio? La palla passa all'INPS.

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